I farmaci antinfiammatori non-steroidei arrestano i danni nella artrite spinale


L'impiego di routine di farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) nei pazienti con spondilite anchilosante può rallentare la progressione delle alterazioni ossee della colonna vertebrale.

Uno studio ha dimostrato che l'elevato uso di FANS nei pazienti con spondilite anchilosante era associato a un rischio significativamente inferiore di progressione della malattia all’esame radiografico ( odds ratio, OR=0.15, p=0.045 ).

In un secondo studio che ha incentrato l’attenzione sull'uso continuo dei farmaci antinfiammatori, rispetto all’uso secondo necessità, il rallentamento della progressione radiografica è stato più pronunciato nei pazienti con elevati livelli di indici di flogosi e con trattamento continuativo, piuttosto che secondo necessità.

Il trattamento con FANS è risultato efficace nella terapia sintomatica dei pazienti con spondiloartrite assiale; piccoli studi hanno anche mostrato benefici strutturali.

Sono stati esaminati 88 pazienti con spondilite anchilosante confermata dalla radiografia, e 76 soggetti con spondiloartrite senza evidenza radiografica.
Sono stati confrontati i reperti radiologici spinali al basale e dopo 2 anni.

Le radiografie sono state classificate per sacroileite secondo il sistema modificato SASSS ( Stoke Ankylosing Spondylitis Spine Score ), con punteggi aggiuntivi riguardanti la presenza o l'assenza delle escrescenze ossee note come sindesmofiti.

L'assunzione di farmaci antinfiammatori è stata classificata come bassa o alta secondo un indice che riflette le dosi giornaliere e la durata di utilizzo.

Il 27.3% dei pazienti con spondilite anchilosante e il 25% di quelli con spondiloartrite senza evidenza radiografica sono stati classificati come grandi consumatori.

I grandi consumatori presentavano una tendenza ad avere punteggi peggiori in un indice di attività della malattia, peggiore compromissione funzionale, punteggi più alti della colonna vertebrale al basale, e più sindesmofiti al basale.

Durante 2 anni di follow-up, la variazione del punteggio radiografico della colonna vertebrale per i pazienti con spondilite anchilosante è stata di 0.02 unità nei forti utilizzatori di FANS rispetto a 0.96 in coloro che facevano un uso più ridotto.

Inoltre, meno utilizzatori di dosi elevate hanno presentato una progressione definita, come indicato dal peggioramento dei punteggi radiografici della colonna vertebrale di 2 o più unità ( 8.3% versus 21.9% ).

Tale cambiamento assoluto non è stato statisticamente significativo, con molta probabilità a causa del piccolo numero e delle grandi differenze nei cambiamenti radiografici, ma dopo aggiustamento per fattori importanti come i danni strutturali di base, il rallentamento della progressione è risultato significativo ( p=0.045 ).

I vantaggi nell'uso dei farmaci antinfiammatori non-steroidei sono risultati più marcati tra i pazienti ad alto rischio di progressione a causa della presenza di sindesmofiti al basale e alti livelli di indice di flogosi.

Ad esempio, tra i pazienti con sindesmofiti e alti livelli di proteina C-reattiva, i punteggi della colonna vertebrale sono aumentati, rispettivamente, di 4.36 unità rispetto alle 0.14 unità in coloro che facevano un basso e un alto uso di FANS ( p=0.02 ).

Al contrario, i pazienti con nessuno di questi fattori di rischio hanno presentato una progressione molto ridotta, con cambiamenti nei punteggi della colonna vertebrale di sole 0.35 e 0.07 unità, rispettivamente, nei gruppi a basso e ad alto impiego di FANS.

Queste differenze evidenti negli effetti di un alto e basso uso di FANS in pazienti con spondilite anchilosante, tuttavia, non sono state osservate nei pazienti con spondiloartrite senza evidenza radiografica ( OR=0.60, p=0.679 ).

Il secondo studio era una analisi post-hoc di una sperimentazione che ha confrontato l'uso continuo dei farmaci antinfiammatori, rispetto all'uso secondo necessità, in 150 pazienti con spondilite anchilosante.

Le analisi di regressione hanno mostrato che l'uso continuo di farmaci antinfiammatori può, quasi completamente, contrastare l'influenza negativa della VES ( velocità di eritrosedimentazione ) elevata sul danno strutturale. ( Xagena2012 )

Fonte: Annals of the Rheumatic Diseases, 2012


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